L’affollamento dentale è un termine usato in ortodonzia per indicare una situazione in cui i denti non si trovano nella posizione corretta: una problematica comune sia negli adulti che nei bambini.
Ricordiamo che col termine “ortodonzia” si indica, appunto, quel ramo dell’odontoiatria che si occupa di risolvere le anomalie di posizione dei denti, per recuperare in primo luogo la giusta funzionalità masticatoria, oltre che migliorare l’estetica del sorriso.
Quando si parla di affollamento dentale?
L’affollamento dentale è, quindi, quella condizione in cui si presenta un importante disallineamento dei denti, propriamente detto “malocclusione”: ossa mascellari troppo corte o arcate dentali troppo strette impediscono il corretto posizionamento dei denti durante la crescita, dando luogo a conseguenze sia di carattere estetico che medico.
I tipi e i gradi di affollamento dentale
L’affollamento dentale è una patologia molto comune, alla quale sono stati dedicati moltissimi studi al fine di cercare le soluzioni migliori per i pazienti. Naturalmente ogni caso ha le sue particolarità, ma vi sono degli aspetti comuni, che hanno permesso una categorizzazione della patologia.
Essa viene, quindi, suddivisa in diversi gradi, considerando naturalmente l’origine e quindi le differenti complessità.
I 3 gradi di affollamento dentale
L’ affollamento dentale viene comunemente suddiviso in 3 gradi:
- Grado lieve, se mancano meno di 3 millimetri;
- Grado moderato, se mancano tra i 3 e i 5 millimetri;
- Grado grave, se mancano più di 6 millimetri.
Innanzitutto, per offrire una soluzione adeguata ed efficace, durante la visita, l’ortodontista valuterà il grado dell’affollamento, eseguendo una radiografia delle arcate dentarie e una scansione 3D.
Le cause
Parliamo ora di quelle che sono le cause dell’affollamento dentale.
Sicuramente una delle cause è la variazione delle abitudini alimentari: i nostri antenati avevano un osso mascellare molto più sviluppato rispetto al nostro, in quanto consumavano cibi in prevalenza crudi.
Con passaggio al consumo di cibi molto più morbidi, la nostra evoluzione ha portato ad un minor sviluppo della muscolatura masticatoria e delle ossa: di conseguenza si è modificata la forma delle arcate dentarie e si è avuta, quindi, una trasformazione dei denti.
In un certo senso possiamo dire, perciò, che l’affollamento dentale può essere considerato un aspetto quasi fisiologico della natura umana odierna.
Perché i denti si accavallano? Le cause possono essere diverse:
- Avere una mascella troppo piccola;
- I denti risultano più grandi della normalità;
- Avere il palato stretto o ogivale;
- Denti sovrannumerari;
- Abitudini errate della lingua e della bocca;
- Perdita o assenza di denti, che creano spazi che portano gli altri denti a muoversi.
Quando i denti sono troppo grandi o le ossa mascellari sono troppo piccole, entrano in gioco dei fattori prettamente genetici ed ereditari.
Spesso, invece, sono decisivi fattori come le cattive abitudini orali, soprattutto se presenti sin dall’infanzia: l’esempio più eclatante è il vizio dei bambini di succhiarsi le dita oppure di usare troppo il ciucciotto.
In questi casi i denti da latte tendono a cadere prematuramente: non essendo i denti permanenti ancora pronti ad erompere, i denti vicini non fuoriescono col giusto equilibrio di dentatura, anzi hanno il tempo e soprattutto lo spazio per “muoversi”, posizionandosi erroneamente.
Altre volte, un dente potrebbe non spuntare a causa della mancanza di spazio e potrebbe essere trattenuto nell’osso mascellare.
Sono tutte cause che verranno attentamente valutate dal dentista di fiducia, in base alla condizione del paziente.
Quali problemi potresti avere a causa dell’affollamento dentale?
Il sovraffollamento dentale può provocare molti problemi di salute a causa della difficile igiene dentale.
Denti non perfettamente allineati, accavallati tra loro, facilitano la formazione della placca batterica e del tartaro.
Di conseguenza patologie quali carie, gengivite e parodontite, si presentano in modo molto più frequente.
Da non sottovalutare assolutamente anche la capacità masticatoria, che risulta meno efficiente e può portare, nel lungo periodo all’instaurarsi di altre patologie anche croniche e a problemi di salute in generale.
Inoltre anche l’aspetto estetico, e di conseguenza quello psicologico, non è trascurabile.
Correggere l’affollamento dentale nei bambini
In età infantile è fondamentale abituare sin da subito i piccoli pazienti alle visite periodiche dal dentista.
La prevenzione è importante già in tenera età: in questo modo si potrà valutare in maniera tempestiva se si stanno sviluppando le condizioni per un affollamento dentale, evitando la necessità di un trattamento più impegnativo in futuro.
Soprattutto quando il bambino non ha ancora tutti i denti permanenti, si applica quella che viene tecnicamente chiamata “Ortodonzia intercettiva”, cioè vengono utilizzati degli apparecchi specifici, come l’espansore palatale, che va a correggere e prevenire una serie di difetti legati al palato stretto, cercando di fatto di prevenire un futuro affollamento dentale.
Quando saranno spuntati tutti i denti permanenti, poi verrà fatta una nuova valutazione sulla situazione dentale.
Correggere l’affollamento negli adulti
Affrontiamo ora il problema negli adolescenti e negli adulti.
È bene, per ricorrere all’ortodonzia, che la dentizione permanente sia completa e ciò avviene solitamente intorno ai 12 anni, come anche la crescita delle ossa del cranio, in particolare di quelle mascellari.
L’ortodonzia mette a disposizione vari strumenti per risolvere i problemi di affollamento dentale.
Gli apparecchi dentali sono di diverse tipologie, la cui scelta deriva sia del tipo di patologia che si deve affrontare e naturalmente, non meno importante, dal budget a propria disposizione. Sarà il dentista di fiducia che consiglierà la soluzione migliore.
Cominciamo parlando dei classici apparecchi fissi in metallo che rappresentano il dispositivo più noto e diffuso: sono generalmente realizzati in acciaio attraverso un processo di fusione, il che li rende molto precisi; questo tipo di apparecchi sono solitamente costituiti da placchette metalliche, chiamate brackets, fissate su ogni dente attraverso un arco metallico che esercita una pressione continua, fino ad ottenere un perfetto allineamento.
Gli apparecchi linguali sono simili agli apparecchi tradizionali in quanto hanno la stessa efficacia, ma se ne distinguono per un innegabile vantaggio estetico, dal momento che svolgono la loro azione sulla parte linguale dei denti; infatti un apparecchio di questo tipo è posizionato nella parte interna dell’arcata dentale, risultando quindi difficilmente visibile dall’esterno: sempre più utilizzato nel corso degli anni, ha permesso di eliminare quel senso di disagio che molti pazienti provano con l’uso del classico apparecchio dentale.
Gli apparecchi di ultimissima generazione sono gli allineatori invisibili.
Sono stati una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’ortodonzia, diventando una validissima alternativa al tradizionale apparecchio fisso in metallo, con un’efficacia talvolta superiore.
Sono realizzati con un materiale termoplastico resistente, per uso medico: una volta indossati sarà difficile notarli, col vantaggio di non presentare gli inestetismi e i disagi degli elementi metallici.
Essendo inoltre removibili, garantiscono un maggior comfort e una maggiore igiene: si possono rimuovere durante i pasti e durante la normale e quotidiana pulizia dentale; in questo modo lavarsi i denti e usare il filo interdentale con l’ortodonzia invisibile non sarà un problema.
Una fase molto importante dopo un trattamento di ortodonzia è quello della così detta contenzione.
In parole semplici, per poter mantenere nel tempo i risultati ottenuti, è necessario indossare un apparecchio detto appunto di contenzione: infatti la dentatura ha una certa memoria dovuta a vari fattori, come il tipo e la gravità della malposizione iniziale o come il tono muscolare della bocca e tipologia della deglutizione.
In alcuni casi di affollamento dentale, per ottenere un allineamento corretto, è necessario ricorrere a delle particolari tecniche come lo stripping dentale: si tratta di una tecnica attraverso la quale si riesce a guadagnare spazio all’interno delle arcate dentali: utilizzata solo in casi di affollamento lieve è indolore e viene eseguita senza anestesia: il dentista, attraverso una limatura dello smalto, riesce a ridurre la larghezza dei denti tra 0,2 e 0,5 millimetri, allineando la dentatura in modo corretto, evitando in questo modo l’estrazione di un dente.
Nei casi più gravi (quando per esempio è presente troppo materiale dentale in una mandibola insufficiente) è necessario ricorrere all’estrazione dei denti: sarà il chirurgo dentale ad eseguire l’intervento, in anestesia locale, con o senza sedazione.
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